Sessanta anni fa, il 7 marzo 1965, con l'istruzione ecumenica Sacrosantum Concilium, viene concesso di usare l'italiano in diverse parti della messa. Il nodo cruciale, nell'ottica delle riforme conciliari, è che "il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria". Il latino, usato in quel modo, era solo un retaggio, cioè un'eredità trasmessa senza interrogarsi sul suo valore: non faceva apparentemente niente di male, ma teneva distanti da una partecipazione "piena, attiva e comunitaria". Parole molto belle, che valgono ancora oggi. Foto di Gabriella Clare Marino su Unsplash