Il 21 marzo è, convenzionalmente, il primo giorno di primavera. È una di quelle date celebrate da sempre, in modi diversi e in maniera mobile: la primavera è rinascita, è Pasqua, è Pesach, è il Festival indiano dei colori o la festa giapponese della fioritura del ciliegio (Hanami), le romane Hilaria e Floralia e altre ancora.

La primavera stessa è un concetto così ricco, così vitale, così pieno di simbologie e significati, che ha ispirato altre feste.

Così il 21 marzo è la giornata mondiale della Sindrome di Down, meglio nota come trisomia 21: alcune persone hanno nel proprio patrimonio genetico tre cromosomi 21. In cifre: 3.21, ovvero il nostro 21.3. Una bella occasione per spiegare le cose in maniera semplice, in una data che è segno di vita.

È anche la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, stabilita dall’ONU in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica, con 300 poliziotti bianchi che uccisero 69 manifestanti.

In questo giorno si celebra anche la giornata mondiale delle foreste e quella della poesia, stabilita nel 1999 dall’Unesco: la parentela tra poesia e primavera può sembrare quasi scontata, ma è oggettivamente bella. Parla di ciò che accade intorno a noi, sia che ci facciamo caso, sia che la ignoriamo (quindi è meglio farci caso).

Infine, ma non per importanza, in Italia questa è la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Nelle parole di don Luigi Ciotti, “Avevamo scelto il primo giorno di primavera proprio per dare il senso di un impegno di lungo periodo. È a primavera che si gettano i semi, anche i semi di speranza, sapendo che andranno poi coltivati, con fatica, perizia e passione, perché diano frutto”.

E voi, che semi avete piantato oggi?

Crediti: Immagine di copertina di Daiga Ellaby e immagine didascalica di Priscilla Du Preez su Unsplash