Esistono, per fortuna, molti esempi di cinema realizzato in progetti scolastici con produzioni – piccole, ma solo per quanto riguarda la durata – di significativo interesse e valore artistico. E’ il caso di Look around, del regista padovano Giuseppe Ferlito, presentato anche a Venezia 2022, frutto di una collaborazione con la dirigenza e gli studenti e le studentesse del liceo statale “Alvise Cornaro”.
Inserito in una serie di iniziative di sensibilizzazione contro il bullismo, il cortometraggio (7 minuti e 57 secondi davvero preziosi) racconta una realtà scolastica ed esistenziale che ciascuno di noi potrebbe incontrare nella propria quotidianità. In un flash-back che ha un piccolo volatile in origami come oggetto di aggancio della memoria vediamo l’arrivo della giovane Sofia nella sua nuova classe di liceo, l’incontro particolare con una compagna di classe dai capelli rossi, una storia che nasce. E che prosegue fino al suo compimento, circa al quindo minuto di proiezione, quando, per i restanti tre minuti, tutto viene stravolto da un diverso punto di vista.
Stravolgimento che non va qui svelato, per non rovinare l’intensità di un cambio di prospettiva davvero radicale
(è possibile vedere il film su YouTube all’URL)
che ci rende manifesta una realtà affatto diversa.
E’ noto che uno dei testi fondamentali di teoria del cinema è quel (bellissimo) Che cos’è il cinema? di André Bazin, fondatore dei Cahiers du cinéma (pubblicato in Italia nel 1973 grazie alla cura di quel grande critico che è stato Adriano Aprà, recentemente scomparso). In particolare, Bazin tratteggia, attraverso l’analisi del lavoro di Orson Welles e del suo primo direttore della fotografia Gregg Toland, l’importanza della “profondità di campo” nella ripresa cinematografica. Il cinema, cioè, non è solo arte dell’apparenza e dell’illusione del movimento delle immagini, ma, proprio grazie alla sapienza di registi e direttori della fotografia, è espressione creativa che ci permette, nei casi migliori, di vedere oltre, di andare più a fondo, di esplorare grazie ad esso anche le pieghe più intime del nostro essere, delle nostre credenze, dei nostri pregiudizi. Portando il tutto alla luce e offrendoci così la possibilità di avere uno sguardo diverso sulla realtà.
Ritroviamo tutto ciò nell’ottimo lavoro compiuto da Giuseppe Ferlito con i ragazzi e le ragazze del Cornaro di Padova, (vanno qui ricordati, almeno, come interpreti principali, Valentina Cirillo, Chiara Rossetto e Giacomo Stievano), grazie alla sensibilità della dirigente Franca Milani e al lavoro produttivo della Film Look di Andrea Sinigaglia.
Un film che inizia con una giovane donna che scrive all’aperto in un giorno di sole e termina con una pioggia torrenziale che sembra travolgere una bicicletta storta abbandonata sulla rastrelliera, ci racconta quanto superficiali possiamo essere nelle nostre spesso frettolose e disattente osservazioni delle storie altrui e quanto invece, intorno e oltre, stanno vite e sentimenti e solitudini e dolore ai quali dovremmo porre ben altra attenzione.