Il 12 luglio 1536 muore a Basilea Erasmo da Rotterdam, uno dei più grandi umanisti e intelettuali di ogni epoca. Erasmo, cresciuto in povertà, girerà tutta Europa, scrivendo diverse opere: si occupa di traduzione, di educazione, di lingue classiche, di filosofia e di pace, scrivendo nel 1509, mentre è ospite di Thomas More, l’Elogio della follia, che lo renderà famoso.

A me piace qui ricordarlo però con una massima tratta da una delle sue tante lettere, scritta nel 1497 a Christian Northoff:

«Dobbiamo sempre lasciare spazio nello studio a una parte di piacere, sì da poter pensare al nostro imparare come a un gioco più che come a una fatica, perché nessuna attività può durare a lungo se in qualche modo non dà piacere a chi la pratica».

Il ritratto di Erasmus campeggia sulla facciata del Centro Congressi di Rotterdam, foto di Desiré Kranenburg su Unsplash