Toccare con mano, letteralmente, 5000 anni di storia della scrittura: è l’affascinante percorso educativo, perfetto per le classi, che vi aspetta al Museo sulla Civiltà della Scrittura di San Miniato!

Il Museo sulla Civiltà della Scrittura: ne hai mai sentito parlare?

Che poi, si fa presto a parlare di scrittura: un foglio, una penna, e giù “fiumi di parole”, come canterebbero i Jalisse!

Ma come siamo arrivati a questo? Quali le fasi che, fin dai tempi dei Sumeri e degli Egizi, ci hanno portati a maneggiare agilmente la carta?

La risposta è un viaggio!

Proprio così: la risposta è un viaggio affascinante lungo più o meno 5000 anni, magicamente racchiusi in un museo – il Museo sulla Civiltà della Scrittura – situato nel comune di 28.000 anime di San Miniato, in provincia di Pisa.

Prima di varcare virtualmente le porte di questo piccolo gioiello di storia, è importante capire le ragioni che stanno dietro alla sua apertura.

Per farlo, abbiamo contattato l’operatrice museale Cinzia Cioni, che da 10 anni lavora con entusiasmo all’interno del Museo sulla Civiltà della Scrittura, per conto della Cooperativa La Pietra D’Angolo.

Cinzia Cioni durante un percorso didattico
Cinzia, come siamo arrivati all’apertura di questo originale museo?

Fino alla fine degli anni Ottanta le istituzioni museali italiane si sono impegnate nella ricerca e nella conservazione delle collezioni.

Hanno però tralasciato quasi del tutto un aspetto fondamentale: quello delle iniziative di tipo divulgativo, in grado di attrarre nuovi target di pubblico.

Le sale erano dense di opere prive di didascalie esplicative che ne permettessero la comprensione, così il museo veniva percepito come un luogo ad uso esclusivo degli addetti ai lavori: come dargli torto?

Cosa è cambiato oggi?

Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una rivoluzione in Italia:

il museo non è più solo un monumento a se stesso, ma un luogo vivo, dinamico, in grado di conservare, tutelare e produrre cultura.

Oggi le collezioni sono valorizzate da attività che intercettano gli interessi di pubblici diversificati: conferenze, visite a tema, performance teatrali, concerti, workshop, laboratori ludico-didattici.

Un’attenzione particolare è stata data alla sfera della didattica museale: perché se l’obiettivo è quello di cambiare la percezione che una parte della società ha dell’istituzione museo, è necessario scommettere sui giovani.

Pertanto, Scuola e museo collaborano per sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura e al patrimonio storico-artistico del territorio, sperimentando approcci didattici innovativi che favoriscano lo sviluppo delle capacità critiche e la creatività.

Ed è proprio in questi anni di rivoluzione, che a San Miniato viene organizzata la mostra che poi darà vita al museo permanente.
Veduta di San Miniato (Pisa), con il Convento di San Francesco e la Rocca di Federico II (foto dal sito nuoviorizzonti.org)

Esatto, presso i locali dell’ex frantoio del Convento di San Francesco, il Comune di San Miniato inaugurò a marzo del 1998 una mostra, dal titolo “La materia della memoria. I supporti della scrittura nel tempo”, che aveva in sé molte delle caratteristiche che le istituzioni museali erano chiamate a sviluppare.

Un suo punto di forza fu la possibilità di interazione con i materiali. I visitatori erano chiamati a sperimentare in prima persona le antiche tecniche di scrittura, manipolando i materiali in esposizione, e riproducendo i gesti antichi degli scribi o degli amanuensi.

Grazie all’impegno di coloro che avevano progettato la mostra, ed in particolare di Roberto Cerri, allora Coordinatore del Sistema Museale, l’esposizione fu trasferita in un ampio edificio di tipo industriale a San Miniato Basso.

Così, nel 1999, il Museo sulla Civiltà della Scrittura venne inaugurato al pubblico.

Ed eccoci, dunque, all’interno del Museo. Come è organizzato?

Il percorso comprende sei “luoghi della scrittura”, attraverso i quali si ripercorre cronologicamente la storia dei supporti, soffermandosi sul rapporto tra i materiali scrittori e i contenuti di memoria.

Classe di bambini ascolta rapita l’operatore museale

Ad ogni tipologia di supporto è dedicata una stazione arricchita da immagini, mentre un pannello esplicativo aiuta ad inquadrare il contesto storico-geografico e le tecniche di scrittura più diffuse in quel periodo storico.

L’area centrale di ogni stazione del Museo sulla Civiltà della Scrittura è occupata dalle postazioni di lavoro, dove i visitatori possono sperimentare la scrittura sui materiali riprodotti fedelmente.

Il primo luogo: LA PIETRA

A differenza degli altri supporti tradizionali, l’utilizzo della pietra come supporto per la scrittura rimase costante nel corso della storia, in particolare per messaggi pubblici o commemorativi.

In questo spazio i visitatori possono incidere una lastra di pietra utilizzando scalpello e mazzuolo, sperimentando le stesse difficoltà degli antichi nel tracciare i segni.

Il secondo luogo: L’ARGILLA

Nella seconda stazione si propongono i materiali utilizzati dai Sumeri circa 5000 anni fa,  nella città di Uruk.

Su panetti di argilla cruda, utilizzando uno stilo di canna, si tracciano alcuni caratteri della scrittura cuneiforme.

Giovani Sumeri!

È possibile osservare schematicamente la trasformazione da semplici pittogrammi, a complessi ideogrammi con valore fonetico.

Il terzo luogo: IL PAPIRO

Segue il misterioso mondo dell’antico Egitto, rappresentato all’interno di uno spazio che invita i visitatori a sedersi a gambe incrociate, tipica posizione dello scriba all’opera.

La tavoletta lignea appoggiata sulle loro ginocchia diventa piano d’appoggio per i materiali scrittori privilegiati: il foglio di papiro, il calamo e il contenitore per l’inchiostro.

Grazie alla presenza di un agile vocabolario, i visitatori possono comporre frasi di bassa o media complessità, utilizzando i caratteri della scrittura geroglifica.

Il quarto luogo: LA TAVOLETTA CERATA

La quarta stazione illustra le tecniche di scrittura del mondo etrusco e romano. L’introduzione delle scritture alfabetiche aveva semplificato l’arte della scrittura, diffondendola anche presso le classi medio-alte della società.

Uno dei supporti più diffusi per le scritture correnti era la tavoletta cerata, su cui si scriveva a sgraffio con uno stilo dotato di spatola. Si poteva così “cancellare” il contenuto spalmando nuovamente la cera, riutilizzando il supporto per scrivere nuovi messaggi.

A tu per tu con la tavoletta cerata e lo stilo
Il quinto luogo: LA PERGAMENA

Il percorso espositivo procede con il quinto luogo di scrittura, in cui è stato ricreato uno Scriptorium medievale.

Qui i visitatori hanno l’opportunità di scrivere su fogli di pergamena utilizzando penne d’oca e inchiostro, come dei veri monaci amanuensi.

Giovane amanuense all’opera!
Il sesto luogo: LA CARTA

Il percorso si conclude con la stazione dedicata alla carta, che giunse in Europa grazie ai mercanti arabi provenienti dalla Cina, e si diffuse capillarmente fino a soppiantare quasi del tutto gli altri supporti tradizionali.

Qui è esposto un torchio ottocentesco perfettamente funzionante. Il torchio offre l’opportunità di seguire il processo meccanico di stampa: dalla composizione del testo fino alla realizzazione del foglio stampato!

E poi, nel 2005, fanno il loro ingresso i numeri!

Grazie al definitivo trasferimento della biblioteca di San Miniato Basso nell’ala opposta dell’edificio, si pensò ad un ampliamento del percorso espositivo, inaugurando nel 2005 una nuova sezione dedicata alla storia dei numeri.

Perché si sentì il bisogno di includere questo percorso, accanto alla scrittura?

Nei programmi scolastici la matematica come “scienza in divenire e dotata di storia”, è quasi del tutto assente.

Per questo motivo il Museo sulla Civiltà della Scrittura ha voluto offrire alle scuole un percorso espositivo che ponesse l’accento sull’aspetto evolutivo di una disciplina fondamentale.

Dunque anche qui i visitatori possono sperimentare in maniera ludica le conoscenze acquisite, osservando gli oggetti e i pannelli che illustrano gli antichi sistemi di numerazione .

Vi siete sempre proposti in maniera proattiva nei confronti del mondo della Scuola.

In questi 22 anni di attività, il Museo sulla Civiltà della Scrittura si è affermato a livello regionale come punto di riferimento per la didattica museale, in particolare per il mondo della scuola.

Le insegnanti scelgono il museo per far provare agli alunni un’esperienza diretta, coinvolgente e immersiva, che porta i ragazzi “a toccare con mano” la storia.

L’offerta didattica integra i programmi scolastici, proponendo per le diverse classi approfondimenti mirati su varie tematiche:

  • la scrittura nell’antichità nel laboratorio dei supporti
  • la matematica nel percorso sulle antiche numerazioni
  • il mondo egizio, con il laboratorio sul geroglifico
  • la scrittura nel mondo greco, etrusco e romano
  • il mondo medievale , con il laboratorio dedicato al Capolettera miniato e l’altro ai vari tipi di scrittura utilizzati, come la gotica e la cancelleresca
  • il percorso dedicato al processo di stampa con il torchio
Per le classi che decidono di trascorrere l’intera giornata a San Miniato, come si struttura l’offerta didattica?

Oltre al Museo sulla Civiltà della Scrittura, offriamo anche tutte le altre attività proposte dai poli museali della rete civica di San Miniato: il Museo del Palazzo Comunale; la Torre di Federico II; il Museo dell’area archeologica di San Genesio;  il Museo della Memoria, l’ultimo nato tra i Musei Civici.

Nell’ottica di un mantenimento degli standard qualitativi, la Cooperativa La Pietra d’Angolo, che gestisce il Museo dal 2011, ha anche creato nuovi percorsi.

Sì, due nuovi percorsi mirati ad accogliere vari tipi di pubblico, come glistudenti delle scuole superiori, e un pubblico di adulti:

  • il laboratorio sulla scrittura giapponese
  • il laboratorio di approfondimento sulla grammatica geroglifica

Intercettare anche questa tipologia di utenza è senza dubbio uno degli obiettivi che il museo si prefigge da tempo.

A proposito di utenza: qual è il vostro pubblico?

Le statistiche ci dicono che il museo viene visitato ogni anno da circa 5000 persone, con una media di 250 attività didattiche.

Un dato che si è stabilizzato dal 2009 ad oggi, segnando un picco nel 2008 (8000 visitatori), in concomitanza con la realizzazione della mostra dedicata agli antichi misuratori del tempo.

Indubbiamente quello delle scuole è il nostro pubblico di riferimento, ma nei ragazzi stessi vi è un forte interesse a tornare al museo anche con le proprie famiglie.

E come si presenta il vostro Museo, al target extra-scolastico?

Negli ultimi 4 anni la Cooperativa La Pietra d’Angolo ha proposto una serie di attività che permettessero di vivere maggiormente il museo, anche al di fuori dell’orario scolastico.

“Metti un pomeriggio al museo”, per esempio, prevede l’apertura nei week-end con laboratori aperti a tutti, pensati soprattutto per le famiglie.

Oppure la più recente formula “Soloxte”, con aperture su prenotazione per gruppi privati o singole famiglie.

Ma anche l’organizzazione di campi museali settimanali, durante le vacanze scolastiche, o la possibilità di usare gli spazi museali e prenotare i relativi percorsi didattici attraverso la formula “Compleanno al Museo”.

Il Museo viene quindi vissuto dai giovani in maniera naturale, facendoli sentire come a casa; questo permette loro di conoscere la storia e l’arte attraverso il gioco e il divertimento.

Ecco che il museo non è più soltanto l’involucro di opere e di conoscenze ma offre un servizio alla società.

Un servizio alla società: questo ci porta a parlare degli attuali obiettivi ai quali il museo aspira.

Obiettivi che si possono riassumere in due parole: inclusione e integrazione.

Un museo accessibile è innanzitutto un luogo empatico, che fa dell’ascolto attivo la prima strategia per il coinvolgimento.

A questo scopo è chiamato a rimuovere le proprie barriere (sensoriali, fisiche, cognitive ma anche culturali ed emotive), per permettere ai visitatori di sentirsi parte attiva.

Convinti che i musei abbiano la responsabilità di rendersi accessibili anche ad un pubblico “fragile”, negli ultimi anni sono state organizzate attività in collaborazione con associazioni e residenze sanitarie assistenziali del territorio.

Tutto questo, per cercare di far vivere anche a persone affette da alcune tipologie di disabilità, un’esperienza profonda e multisensoriale all’interno del museo, rendendolo un luogo amichevole.

Puoi farci un esempio?

Per migliorare la capacità di accogliere pubblici speciali, alcuni di noi hanno frequentato il corso proposto dalla Regione Toscana “Musei toscani per l’Alzheimer”.

Un corso che forma operatori museali in grado di progettare e svolgere attività mirate ad accogliere persone con Alzheimer, o con altre forme di demenza.

Il Museo sulla Civiltà della Scrittura, tra i poli museali della rete civica, è infatti quello che più si presta a sperimentare attività didattiche con un pubblico che necessita di essere coinvolto anche attraverso l’esperienza tattile.

E riguardo all’integrazione?

Per quanto riguarda l’integrazione, tra i vari servizi della cooperativa vi è l’impegno attivo anche nel settore dell’immigrazione.

La Cooperativa ha favorito l’attivazione di inserimenti lavorativi attraverso convenzioni con la Società della Salute, nello specifico, giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro italiano e trovano, presso il Museo sulla Civiltà della Scrittura, realtà scolastiche multiculturali.

E poi arrivò il Covid...

E con lui, uno stop ai musei e una battuta d’arresto alle varie attività. Ovviamente tutto ciò non ha giovato, ma la speranza è quella di riaprire presto le porte del nostro museo.

Negli ultimi mesi abbiamo approntato alcuni dei nostri laboratori nella versione online, mettendoci a disposizione di tutte le insegnanti che, senza l’emergenza sanitaria in corso, sarebbero venute come ogni anno al Museo con le loro classi.

Per supplire all’esperienza diretta di scrittura che i ragazzi svolgono durante l’attività laboratoriale al Museo, diamo loro la possibilità di utilizzare un kit con i materiali scrittori, così da rendere la loro partecipazione attiva come durante i percorsi didattici svolti in presenza.

Ci auguriamo, come tutti gli altri musei che si occupano di didattica, che i ragazzi possano di nuovo varcare le soglie del nostro museo. Le loro voci, i loro sorrisi e i loro abbracci ci mancano davvero tanto!

Vogliamo tornare ad essere a servizio della società, e a cambiare con essa. Il nostro desiderio è continuare ad essere un riferimento importante per tutta la comunità, così come lo siamo stati in questi ventidue anni.

Clicca qui per maggiori info e per prenotazioni.