Alcune semplici regole per realizzare un orto didattico in classe: parliamone con Sergio Ferli, del Giardino dei Semplici di Firenze

Qual è il luogo giusto per realizzare un orto didattico della classe? Quali sono i semi o gli strumenti più utili per i bambini? Sono tante le domande che un insegnante si pone prima di realizzare con i propri studenti un orto didattico.

Abbiamo deciso di parlarne con una persona esperta, Sergio Ferli, della sezione didattica del Giardino dei Semplici di Firenze, che per anni ha seguito molte classi nella realizzazione di orti didattici all’interno di una cornice davvero unica.

Pensate che il Giardino dei Semplici è il terzo orto botanico al mondo per antichità! La sua origine risale addirittura al 1545, quando Cosimo I de’ Medici affittò il terreno dal Monastero di San Domenico in Cafaggio, con l’obiettivo di realizzarci un orto botanico per piante officinali, dette appunto “semplici”.

Oggi il Giardino dei Semplici dell’Università di Firenze, oltre a racchiudere importanti collezioni botaniche, è un luogo ideale per far conoscere ai più piccoli la magia di creare un orto…

Grazie di averci incontrato. Subito la prima domanda: quali sono le cose che un insegnante deve assolutamente sapere prima di realizzare un orto didattico?

Credo che un minimo di nozioni agronomiche siano indispensabili, meglio non affidarsi all’improvvisazione! Esistono delle regole e dei criteri che non possono essere elusi: la stagionalità delle culture, sapere quando è giusto seminare un seme, conoscere lo stato fisico del terreno… Certamente non è difficile, ci possiamo affidare all’esperienza dei nostri anziani e consultare manualetti di giardinaggio.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un orto verticale e di un orto orizzontale?

L’orto orizzontale rispecchia la tradizione “abbiamo fatto sempre così”. Se questa domanda la facciamo a un contadino con qualche anno di esperienza sulle spalle, quello si mette a ridere.

L’orto verticale ha sicuramente dei vantaggi: spazio, risparmio idrico, migliore sfruttamento del terreno, visibilità e semplice approccio anche per i neofiti. Personalmente, come costruzione mentale sono più legato a quello orizzontale, certo capisco i benefici di quello verticale. All’anziano contadino dobbiamo far capire le differenze e allora anche lui collaborerà…

Di quali strumenti hanno bisogno i bambini per lavorare?

Di poche cose, attrezzi semplici quali: zappette, piccoli rastrelli, palette, guanti e grembiulini. È importante spiegare loro che quello che fanno non è un gioco, farli sentire protagonisti di un evento; è facile cascare poi nella sostenibilità, bellezza della natura e toccare con mano da dove viene il cibo che troviamo sui banchi del supermercato. Dire loro che tutto questo costa fatica e sudore e che in natura nulla è scontato; basta una gelata tardiva, una stagione piovosa e molto frequente una tromba d’aria per compromettere un raccolto…

Quali sono i semi o le piante migliori?

Semi molto veloci a germinare: zucche, fagioli, mais, ceci, lenticchie e baccelli. Per gli altri ortaggi (insalate di ogni tipo, peperoni, pomodori, melanzane ecc.), la tentazione di comperarli sul mercato sembrerebbe la soluzione migliore ma questo ci pone un problema ecologico, quale lo smaltimento di vasini, vassoi e contenitori in plastica. Si possono invece comperare i semi e farli seminare ai bambini.

Quali sono secondo lei i benefici più importanti per i bambini?

I benefici possono essere molteplici e tutti di grande interesse educativo sia sul piano personale che sui primi rudimenti in agricoltura. I bambini sono delle vere “spugne” e riescono sempre a sorprendere!

Parlando di ecologia, i bambini con questa esperienza hanno la possibilità di toccare con mano e capire cos’è veramente la terra, che non è solo il supporto delle piante ma l’origine stessa della vita. Dare il proprio contributo in un orto didattico li rende poi più responsabili, più “amici” dell’ambiente. Possono inoltre comprendere il vero spirito dell’agricoltura di una volta, quando si coltivava quello che serviva per mangiare, dimenticando le regole del mercato e della logica del guadagno facile e veloce, che nel tempo ha portato grandi problemi all’ambiente.