Quando alle donne è stato permesso di avvicinarsi e affrontare le materie scientifiche,  con le loro intuizioni hanno spesso cambiato il corso della scienza stessa. Come dimostra (anche) la storia di Ada Lovelace

Il 10 dicembre 1815 è nata a Londra Augusta Ada Byron. Figlia del poeta Lord George Byron, che scompare praticamente subito dalla sua vita, e della matematica Anne Isabella Milbanke, occupa un posto rilevantissimo nella linea del tempo delle scoperte che hanno cambiato il corso della storia della scienza. Ada Byron, sì. Anche se prese il nome e viene ancora oggi ricordata col nome del marito, il conte di Lovelace, che sposò nel 1835. Quella di Ada è la storia di una bambina prodigio che visse un’infanzia complessa, che rimase paralizzata, che per muoversi usava le stampelle. E che ebbe la fortuna e il privilegio di non smettere mai di studiare né di essere ostacolata ad  approfondire i suoi interessi e i suoi studi.

In pieno sviluppo industriale, con le fabbriche a pieno regime e un concetto di economia che iniziava a basarsi sui grandi numeri, carta, pennino e calamaio non bastavano davvero più. Matematici e scienziati erano impegnati a semplificare il “far di conto”. Anche la macchina analitica di Babbage era nata per questo. Voleva essere un grande, grandissimo calcolatore. Ma la storia ci mette del suo, a cambiare il suo corso.

Voleva essere un grande, grandissimo calcolatore

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Ada Lovelace e Charles Babbage

Quando nel 1842 il matematico Charles Babbage fu invitato da Luigi Federico Menabrea, ingegnere italiano e futuro primo ministro del Regno d’Italia, a tenere un seminario sulla macchina analitica al secondo Congresso degli scienziati italiani, che si teneva a Torino, lui chiese proprio ad Ada di tradurre l’articolo del giovane ingegnere in inglese. E Ada ci mise del suo. Ada scrisse delle note che erano più lunghe del testo originale.

Proprio in una delle sue note al testo (identificate dalla A alla G), quella contrassegnata dalla lettera G, Ada descrive un algoritmo per costruire i numeri di Bernoulli con la macchina analitica di Babbage. Ovvero, in sintesi, descrive  la struttura, il  procedimento sistematico di calcolo su cui si basano  i computer. “Incantatrice dei numeri“, la definì lo stesso Babbage.

Viene considerata la prima programmatrice della storia

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Illustrazione di Núria Aparicio da “Le donne son guerriere” Einaudi Ragazzi

“Viene considerata la prima programmatrice della storia – racconta Simone Terreni, imprenditore, formatore e autore del saggio Dai segnali di fumo ai social – perché negli appunti e nelle note scritte a proposito della “macchina analitica” di Babbage (che nelle intenzioni e nella visione del suo ieatore era “semplicemente” un grande calcolatore) lei riesce ad andare oltre. A immaginare un computer. Oltre un secolo prima dei calcolatori meccanici riesce a inserire nei suoi contenuti, nelle note, nei fogli la logica degli algoritmi. Mentre tutti erano concentrati alla possibilità della macchina di calcolare numeri, lei riesce a pensare a un sistema che mette in relazione anche musica, parole, immagini. Si tratta del tocco femminile che va oltre la scienza. Ci ha messo la poesia, ci ha messo l’arte, ci ha messo il suo sguardo saturo di bellezza. E tutta la sua intelligenza plasmatrice, creatrice”.

Ci ha messo la poesia, ci ha messo l’arte, ci ha messo il suo sguardo saturo di bellezza

Aveva dodici anni quando iniziò a fare ricerche su piume e ali di carta, raccogliendo le sue osservazioni in una guida illustrata, cui diede il nome di “Volologia”. Qual era il segreto che permetteva agli uccelli di solcare il vento? Si dice che la madre la riprese e la guidò a tornare a studi ben più strutturati, più seri. Eppure parte della magia della Lovelace sta proprio qui, in questo suo sguardo visionario e poetico, eppure assolutamente basato su un insieme di studi, regole e schemi scientifici.

“La scienza ha bisogno delle donne – aggiunge Simone Terreni – esistono molti esempi di scienziate, da Ipazia alla lovelaceCurie, dalla Montessori alla Montalcini, passando per la Hack. Quando alle donne è stato permesso di avvicinarsi e affrontare le materie scientifiche, loro con le loro intuizioni hanno sempre cambiato il corso della scienza stessa. Ora molte biografie di queste donne straordinarie iniziano ad essere conosciute. Il mese delle STEM, nato con l’obiettivo di promuovere le discipline che ne creano l’acronimo, Science, Technology, Engineering, and Mathematics nelle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di un’occasione straordinaria e scuole e insegnanti stanno facendo tantissimo. Sicuramente è possibile fare ancora di più. Arrivare a scardinare il concetto sbagliato, sminuente, pregiudiziale che le ragazze non sono portate per le materie scientifiche“.

Per saperne di più:
Sei donne che hanno cambiato il mondo” di Gabriella Greison , Bollati Boringhieri editore

Da far leggere ai ragazzi e alle ragazze:
Numeri e poesia” di Simona Poidomani, Editoriale Scienza
Le donne son guerriere” di Irene Civico e Sergio Parra, Einaudi Ragazzi