L’emergenza legata al Covid-19 – e alla conseguente chiusura di scuole e università – sta cambiando l’insegnamento. Portandoci verso un insegnamento ibrido capace di coniugare didattica tradizionale e insegnamento a distanza.

Dopo il decreto del Governo Italiano gli Istituti Comprensivi hanno incaricato gli insegnanti di continuare la didattica a distanza con i loro alunni e chiesto loro di cambiare il metodo di insegnamento.

Non tutti i docenti però erano pronti . Tanto che sono nate tante iniziative per supportare chi era in difficoltà. Ad esempio i tutorial realizzati da Vincenzo Schettini, uno dei professori youtuber più famosi d’Italia e nostro collaboratore.

L’utilizzo di piattaforme on-line e di strumenti tecnologici per la didattica ha portato alla luce l’importanza di andare sempre più verso un tipo di apprendimento ibrido.

Che non significa semplicemente digitalizzare l’insegnamento tradizionale, ma utilizzare un nuovo approccio con ogni scuola di ordine e grado.

Non basta utilizzare le Lim, le app e via dicendo per trasformare l’insegnamento tradizionale in qualcosa di nuovo. In molte situazioni si tratta di proporre lo stesso sistema di insegnamento con mezzi diversi (e più costosi). Si manca così in pieno le possibilità che offrono i nuovi sistemi tecnologici.

Digitalizzare le lezioni degli insegnanti può essere un primo passo verso nuovi modelli di insegnamento ma non può essere il punto di arrivo. Gli studenti rimangono consumatori di un contenuto originato dal professore e continuano a ricevere passivamente il flusso di conoscenza all’interno di un contesto identico a quello precedente.

La rivoluzione del blended learning si basa invece sulla possibilità di attivare lo studente in maniera consapevole. E concedergli la possibilità di avere accesso a materiali complementari a quelli classici, ma soprattutto di gestire con più autonomia il processo di apprendimento.

La promessa è quasi utopica: cambiare la struttura dell’insegnamento nel profondo, fornire un apprendimento personalizzato e libero da spazi e tempi scolastici tradizionali. L’impresa però è ardua, i costi iniziali sono alti e gestire un processo del genere ha le sue complessità da non sottovalutare.

I vantaggi potrebbero essere molti: una generale educazione alla tecnologia, fondamentale oggi come oggi da poter spendere nei successivi percorsi di studio e nel mondo del lavoro. O una riduzione dei costi a lungo termine per un minor costo di aggiornamento dei materiali e la disponibilità di contenuti gratuiti. O ancora un percorso personalizzato per gli studenti che devono raggiungere uno standard ma hanno lo spazio per eccellere. Ma soprattutto un sistema inclusivo che permette a chi per vari motivi perde periodi, anche lunghi, di lezione di tenere il passo.

Fonti:
https://www.edutopia.org/article/are-we-innovating-or-just-digitizing-traditional-teaching-beth-holland
https://phys.org/news/2017-05-online-blended.html