Nel cuore di Roma, nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II, sorge una strana porta cosparsa di simboli alchemici e iscrizioni latine, un portale nascosto per il mondo dell’alchimia del 1600

La porta è l’unica sopravvissuta della villa costruita a metà del XVII secolo dal marchese romano Massimiliano Palombara nei pressi dell’attuale Piazza Vittorio Emanuele. Palombara frequentò la corte romana della regina Cristina di Svezia, appassionata di scienza e di alchimia e mecenate di luminari come Cartesio e Kircher, ed entrò a far parte del gruppo conosciuto come “Gli Alchimisti di Palazzo Riario”, oggi Palazzo Corsini.

Secondo la leggenda un alchimista pellegrino trovò ospitalità nella villa Palombara mentre cercava una misteriosa erba in grado di realizzare l’alchimia suprema, la trasformazione del metallo in oro. Il mattino seguente il pellegrino sparì nella porta, lasciandosi alle spalle alcune scagliette d’oro, a testimoniare il successo della sua trasmutazione, e una pergamena. Su questa era scritta la ricetta per la trasformazione ma il marchese non fu in grado di leggerla e quindi la iscrisse sulla porta nella speranza che qualcuno, vedendola, la comprendesse e bussasse alla sua porta.

Il fascino e il mistero circondano questa porta che come altre hanno popolato l’immaginario simbolico e fantastico dell’umanità. Basti pensare alla leggendaria apertura della caverna nella fiaba di Alì Babà e i quaranta ladroni, in cui la mitica frase “apriti sesamo” permetteva di accedere a un grandioso tesoro che però fu anche la rovina del fratello di Alì. O ancora la porta dell’inferno dantesco che riecheggiando di altre epiche discese negli inferi recita la celeberrima “Lasciate ogni speranza, voi ch’ intrate”.

La porta di Dùrin

La potenza simbolica e magica della porta è arrivata fino alla letteratura fantastica di oggi, come la porta di Durin del Signore degli Anelli, rappresentante l’amicizia (“amici” in elfico è la parola per sbloccarla) ma che nasconde grandi pericoli per la compagnia, oppure il portale nascosto per il mondo fantastico di Narnia ne Il leone, la strega e l’armadio, o ancora Alice nel paese delle meraviglie.

La porta è allo stesso tempo separazione e congiunzione di due mondi ed è anche, nella sua stessa etimologia, “passaggio”, tra il noto e l’ignoto, tra la tranquillità domestica e il mondo esterno, tra il sacro e il profano in un luogo santo, tra il mondo dei vivi e dei morti.

In in un’epoca di scienza, disillusione e cinismo, riscoprire il mistero e la meraviglia in piccole perle nascoste nelle nostre città, e nei nostri territori lontano dalle classiche attrazioni turistiche e sconosciute ai più, è un buon modo per tenere attiva la nostra fantasia.

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Fonte: http://www.atlasobscura.com/places/porta-magica

Sito inglese dedicato a monumenti e meraviglie nascoste: http://www.atlasobscura.com/

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