L’8 luglio 1593 nasce a Roma Artemisia Gentileschi, pittrice (anzi, “pittora”, com’era chiamata allora) tra le più importanti della sua epoca, e ancora esposta nei più importanti musei del mondo (la tela che vedete è nella collezione Windsor).
Gentileschi è famosa anche per una vicenda umana sconvolgente: violentata dal suo maestro nel 1611, è costretta a una vicenda giudiziaria da cui, pur vedendo condannato lo stupratore, uscirà a pezzi. Pur essendo lei la vittima, infatti, continua a essere oggetto di chiacchiere e insulti, unica donna in un mondo quasi esclusivamente maschile e patriarcale.
Nonostante questo, Artemisia trova la sua strada, ed è una delle interpreti di Caravaggio più felici, sia per la tecnica del panneggio e della luce, che per la profondità dei suoi soggetti. Morirà a Napoli probabilmente durante l’epidemia di peste del 1656.
Artemisia Gentileschi, autoritratto come Allegoria della pittura, 1638; Public domain, via Wikimedia Commons