Il 4 febbraio 2004 grazie a un finanziamento di soli mille dollari, venne lanciato Thefacebook.com.  In due mesi  raggiunse i 100.000 iscritti. Ecco come nacque Fb: ce lo racconta Simone Terreni nel volume “Dai Segnali di Fumo ai Social”.

Amelia ricevette una mail dalla sua compagna di stanza. «Ehi, dai un’occhiata a questo sito». La studentessa cliccò sul link e si aprì una pagina chiamata “Facemash”: su sfondo bianco compariva una domanda semplice: Who’s Hotter? Click to Choose. Sotto, due fotografie di persone: cliccandoci sopra si poteva votare la preferita. Amelia non poteva credere ai suoi occhi: al posto di personaggi famosi c’erano le fototessere di tutti gli studenti dell’università di Harvard… compresa la sua. Era consuetudine fare una fototessera alle matricole e inserirla in un database non accessibile al pubblico. Qualcuno aveva violato i server dell’università, aveva scaricato tutte le foto e le aveva inserite in un sito per fare uno strampalato concorso di bellezza on-line. Nel giro di poche ore 450 studenti di Harvard si collegarono e assegnarono 22 mila voti: chi era la ragazza più sexy? Meglio i baffi o la barba? Chi era il ragazzo più brutto? Gli studenti non erano arrabbiati ma solo indispettiti perché le foto non erano un granché, le ragazze non erano truccate, i maschietti accaldati e sudati. Invaso dalle visite, il server dell’università poche ore dopo crashò. Facemash in una sola notte del novembre 2003 aveva bloccato tutto il Campus di Boston. L’hacker che aveva sconvolto Harvard e che rischiò l’espulsione si chiamava MARK ELLIOT ZUCKERBERG…

Come in tutti i social network, si creavano delle relazioni, ma in questo caso erano relazioni tra persone vere e reali. Basandosi sulla famosa teoria dei “sei gradi di separazione”, secondo la quale ognuno di noi è separato da qualsiasi altro essere umano al massimo da altre sei persone, la creatura di Zuckerberg aveva lo scopo di creare un Grafo Sociale digitale. Voleva cioè realizzare una mappa in Internet delle relazioni all’interno dell’università, migliorando il concetto di Facemash, attraverso dei profili di studenti, con foto, nomi, cognomi e pensieri. Gli studenti stessi avrebbero fornito materiali e contenuti, e in una società dove tutto è basato sulle relazioni sociali, la gente sarebbe andata sul sito a curiosare nella vita delle persone che conosceva.

Dopo tre settimane dal lancio, avvenuto il 4 febbraio 2004, Thefacebook aveva già 6000 iscritti nel solo Campus di Harvard. In due mesi venne esteso in altre nove università e in breve raggiunse i 100.000 iscritti. Cominciarono a piovere sponsor e venne costituita una società. Nell’estate del 2004 Zuckerberg, insieme ai suoi più fidati amici e programmatori, si trasferì in California, a Palo Alto, dove era più facile trovare persone in gamba e finanziatori disposti a credere nel suo progetto.

Così famoso che vennero a saperlo anche due fratelli gemelli, sportivi e canottieri, anch’essi «Ma questa è la nostra idea!», esclamarono stupiti i gemelli Tyler e Micheal Winklevoss dell’Università di Harvard. I Winklevoss avevano creato qualche anno prima il sito harvardconnection.com: l’idea era quella di un sito dove tutti gli studenti di Harvard potessero, gestendo direttamente il proprio profilo, rimanere connessi. Avevano illustrato il progetto a Zuckerberg che avrebbe dovuto seguire la parte relativa alla programmazione, visto che si era mostrato così bravo con Facemash. Ma Zuckerberg, che aveva intuito le potenzialità dell’idea, dopo aver accettato inizialmente l’incarico, ma senza firmare nessun contratto, cominciò a sottrarsi…

Nel 2010 il Time nominò Mark Zuckerberg “Uomo dell’anno” a soli 26 anni. In qualità di fondatore di Facebook, riceveva uno stipendio simbolico di 1 dollaro al mese e sosteneva un’intensa attività filantropica. Il 18 maggio 2012 Facebook Inc. venne quotata in borsa: 38 dollari ad azione, per un valore complessivo di 104 miliardi di dollari. Il debutto in borsa più alto mai registrato da parte di una società sul mercato. Nel 2012 per un miliardo di dollari Facebook comprò Instagram e nel 2014 per 19 miliardi di dollari acquisì WhatsApp. Ma queste sono altre storie.

L’estratto del testo fa parte del racconto dedicato a Mark Zuckerberg inserito nel volume “Dai segnali di fumo ai social” di Simone Terreni.

Credits: Illustrazione di Francesco Fagnani