Un romanzo: La stanza del Lupo. Un autore: Gabriele Clima. Un incontro: quello con gli studenti di seconda Meccanici (Ipsia, Savona), nel racconto di Sabina Minuto, insegnante di lettere

La scorsa estate stavo meditando su quale libro scegliere da leggere ad alta voce nella mia seconda meccanici IPSIA di Savona. Nella mia ricerca ne ho letti molti. Devo dire tutti interessanti e scritti davvero “bene”. Scrittura di qualità come da tempo non si vedeva nella narrativa YA. Poi ho incontrato di nuovo “Continua a camminare” (Feltrinelli Up) di Gabriele Clima.

La lettura deve servire a parlare dei libri, deve smuovere le coscienze, deve dare appigli a chi non li ha o a chi li vuol trovare

Siccome il tema mi sta molto a cuore e siccome in quella storia di tenacia e sofferenza ho visto tante storie di miei studenti avevo optato per quel testo. Ho scritto allora, con molte aspettative e un po’ di timore, all’autore. Ci tenevo tantissimo che i miei studenti lo potessero incontrare dopo la lettura e potessero vedere un autore “vivo” in carne ed ossa, colloquiare con lui e scambiare idee sul libro. La lettura deve servire a parlare dei libri, deve smuovere le coscienze, deve dare appigli a chi non li ha o a chi li vuol trovare. Mi è capitato spesso che gli studenti si stupissero che gli autori dei libri che propongo in classe fossero “vivi”. Non so perchè (ma lo intuisco) i ragazzi spesso credono che la letteratura sia una cosa morta, vecchia e che quindi non li riguardi affatto. Poiché tutti noi lettori sappiamo quanto essa invece consoli, aiuti, ci parli, specie in certi momenti della nostra vita, insisto sempre perché questo incontro con “gli scrittori vivi” avvenga. E così ho aspettato la risposta di Gabriele.

Nella mia classe la rabbia è spesso presente. Aleggia fra banchi, invisibile ma concreta. I miei studenti hanno molti motivi per essere arrabbiati come tutti gli adolescenti, alcuni di più perché, a certi, la vita non ha fatto sconti

E che risposta! Innanzitutto Gabriele Clima sembrava conoscesse i miei alunni senza averli mai visti. Questo è il miracolo di chi fa bene, con passione ed esperienza vera, il suo lavoro. E’ stato infatti lui che mi ha suggerito invece “La stanza del Lupo” (San Paolo ragazzi), il suo ultimo titolo, che non avevo ancora letto. Detto, fatto, letto e approvato. Era il libro per loro, per me. Un libro in cui si parla di adolescenti e rabbia. Nella mia classe la rabbia è spesso presente. Aleggia fra banchi, invisibile ma concreta. I miei studenti hanno molti motivi per essere arrabbiati come tutti gli adolescenti, alcuni di più perché, a certi, la vita non ha fatto sconti. Nell’anno precedente avevamo infatti avuto episodi di violenza fisica da arginare e contenere, avevamo supportato alcuni ragazzi con l’aiuto dello sportello psicologico che la dott.ssa Nicoletta Conio ha fortemente voluto e istituito nel mio istituto. E quindi la scelta è ricaduta su quel titolo. Non posso far altro che esserne soddisfatta. Quanti miracoli sono avvenuti? Tanti.

Li elenco nell’ordine: il silenzio che ha sempre accolto la lettura ad alta voce. La richiesta ripetuta: “Prof. leggiamo oggi?”. Il lavoro sul taccuino del lettore. Le analisi profonde sui personaggi e sulle loro motivazioni. Le discussioni prolungate sul significato del testo e sulle previsioni di lettura a cui sia io che la collega di sostegno abbiamo assistito più volte stupite. Questi sono solo alcuni dei nostri piccoli miracoli. Il miracolo grande è stato fatto da Gabriele. Sì, perché quando è arrivato fra i banchi della mia aula, ha salutato i ragazzi e si è seduto sulla cattedra, è scattato qualcosa.

I miei studenti si sono perfino dimenticati dell’intervallo

I miei studenti si sono perfino dimenticati dell’intervallo. Ora non se vuoi avete idea di cosa sia l’intervallo per gli studenti ( tutti maschi) di un istituto professionale. E’ una esigenza grande e incontenibile, a ragione, ovviamente. Ebbene ci siamo così immersi nel testo e nelle chiacchiere che ce lo siamo proprio dimenticato. Il secondo intervallo, quello del “focacciaro” il più atteso della mattinata! In pochi minuti Nico, Claudia e Leo (i protagonisti) erano lì con noi seduti nei banchi. Le domande sono state tantissime e non preparate. Io non lo faccio mai perchè quasi sempre risultano artificiose e banali. Ognuno aveva le sue domande, annotate durante la lettura sul taccuino /quaderno. Certi erano così curiosi che ne facevano a raffica. Certi tacevano non perché non volessero chiedere, ma erano rapiti dalla discussione degli altri. Gabriele in classe ci sta come si ci fosse sempre stato.

Ha guardato i loro quaderni con le interpretazioni del personaggio di Nico. Ha ascoltato i finali alternativi e discusso con loro di cosa fa una storia “buona”. Ci ha fatto un grande regalo, ci ha mostrato il suo taccuino da scrittore: il taccuino da cui è nato il libro. Con lui abbiamo discusso di” misura”: perché ci vuole misura in una storia? Cosa la rende credibile? L’altro grande momento è stato quando l’autore ci ha spiegato come sono nati i personaggi. Nei personaggi ci sono Gabriele, un giovane Gabriele, e altri suoi familiari cari. Questo per me ha fatto la differenza. perché Gabriele ha avuto il coraggio di dire ai ragazzi “Io ero un cazzone”, alla vostra età, come lo è Nico nel testo. E ha dimostrato loro che si può nella vita cambiare e percorrere strade inaspettate.

Sono assetati di futuro i miei studenti, vogliono imparare come si fa a vivere. E lo vogliono imparare da noi

La domanda è nata spontanea: Ma quando ha capito che lei voleva scrivere? Che quella era la sua strada? Sono assetati di futuro i miei studenti, vogliono imparare come si fa a vivere. E lo vogliono imparare da noi. Da chi se no? Da chi se non dalla scuola dove devono incontrare modelli di adulti affidabili? Gabriele in quel momento è stato affidabile e credibile. Ha costruito in pochi minuti un ambiente di apprendimento autentico. Cosa non facile, ma lui ci è riuscito. Ecco dunque cosa è successo in due ore nella seconda meccanici. Abbiamo negoziato significati insieme, abbiamo parlato di libri, abbiamo maneggiato parole con cura. La sera D. un mio alunno ringraziava per messaggio Gabriele con cui in realtà era in contatto già da tempo. A. un altro mio alunno mi scriveva su Whatsapp la bellezza dell’incontro con tanti ringraziamenti. G. invece ha disegnato (immagine a sinistra)mentre Gabriele parlava. Ecco qui dalle 11 alle 13 il lupo, Gabriele e un gran libro hanno fatto nella mia aula una piccola, grande differenza.

Ringrazio infinitamente Gabriele Clima per la disponibilità, la cortesia e l’amicizia di cui mi onora