Scegliere il testo più adatto, preparare la lettura, pensare a uno spazio speciale : leggere ad alta voce e farlo, poi, per la propria classe, è  un momento di condivisione straordinario. La prima vera promozione alla lettura la fanno gli insegnanti, ha spiegato Loredana Pippione. Il passaggio successivo? Trovare il luogo adatto e il coraggio di usare anche la voce.

Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo. (Gianni Rodari)

La prima vera promozione alla lettura la fanno gli insegnanti, ha spiegato Loredana Pippione. Il passaggio successivo? Trovare il luogo adatto e il coraggio di usare anche la voce.

Si trattava di aumentare i livelli di lettura,  forse anche, ma non era questo il nostro obiettivo principale, né accrescere il consumo di libri. Desideravamo, innanzitutto dare la possibilità di leggere il mondo, senza necessariamente volere a tutti i costi cambiarlo, desideravamo farlo con loro certe, che da un’esperienza positiva di lettura, sarebbero scaturite domande, dubbi, riflessioni alle quali, insieme, avremmo trovato una risposta o, quanto meno, tentato di farlo.

Era necessario creare un luogo differente dalla classe, uno spazio tranquillo, possibilmente bello e curato nel quale, per una manciata di minuti, tutti, ragazzi e insegnanti, avrebbero potuto regalarsi una lettura lontani dalla “minaccia” di una successiva sintesi del testo, suddivisione in sequenze, ricerca di figure retoriche. Quel momento sarebbe stato tutto loro – tutto nostro – e sarebbe stato piacere puro!

Leggere ad alta voce, per i propri ragazzi, non è una tecnica d’animazione, non è esibizione delle proprie capacità teatrali, non è presentazione di un autore e delle sue opere letterarie. Leggere ad alta voce e farlo, poi, per la propria classe è un piccolo atto d’amore, che inizia scegliendo il testo più adatto, prosegue preparando la lettura, facendo attenzione ai tempi, alle intonazione e alle pause per leggerlo al meglio delle proprie capacità e si conclude offrendo, alla fine, una parte di noi: la voce. C’è forse cosa più bella?

Tornati in classe, al ”lavoro usato”, avremmo ricominciato “a sezionare racconti”, perché è giusto che sia così, consapevoli, però, che esista anche un altro modo di leggere una poesia, una descrizione tratta da un romanzo o il dialogo concitato fra due personaggi e che è possibile assaporarli per quello che sono: un’opera d’arte.

Le due cose non sono in opposizione si completano e aggiungerei che, nonostante il ritmo incalzante delle attività scolastiche, leggere a scuola si può…tutto l’anno … più volte in un anno …basta volerlo: programmando in modo che diventi parte integrante delle attività didattiche.

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