Fumetto, graffito, lettering. Quante storie può raccontare una lettera se la si libera dalla sua funzione e ci si concentra solo sul suo disegno…
Gioco di composizione con le lettere, classe quinta
Gioco di composizione con le lettere, classe quinta

Dei ragazzi si dice spesso che non hanno pazienza, non hanno voglia… Si impegnano poco, per un tempo limitato, che la velocità con cui oggi si può accedere a informazioni, immagini, comunicazione, prodotti, ne ha notevolmente ridotto i tempi di attenzione. Eppure a me è capitato spesso, nelle classi di scuola primaria, e penso che potrebbe accadere ancor più alle medie, di vedere bambini e ragazzi fare con cura e dedizione cose per cui occorre un tempo lungo e lento e una pazienza certosina. Un gioco di occhi e mani, ma non solo abilità, che a nove, dieci, undici anni possiedono già in maniera straordinaria, persino quando non è stata coltivata.

E sono quasi certa che ci sia un momento preciso in cui ciò accade, una fase della crescita di un ragazzo in cui si mette in atto questa piccola sfida verso se stessi e il mondo, e tenendo in mano un pennarello, delle penne o delle matite colorate si indirizza questa energia verso il disegno cercando una strada propria, personale, in cui riconoscersi un po’ di più, specchiare il proprio cambiamento. Spesso queste nuovo forme grafiche espressive, che il ragazzo adotta spontaneamente, diventano fumetto o graffitismo. In molti casi, lettering.

Scrittura che vale come disegno, forma d’arte. Segno, forma e combinazione di elementi più che significato, scrittura

Esercizi di grafismo, classe seconda
Esercizi di grafismo, classe seconda

che diventa “tratto” distintivo e corrispettivo di una trasformazione fisica. Tutti noi lo abbiamo fatto, nei nostri diari scolastici e personali, nella scrittura “disegnata” delle parole più preziose o più dirompenti: peace, love, fuck… nella scrittura ripetuta e “affermante” del nostro nome. Abbiamo dedicato tempo a disegnare le lettere, accarezzarne rotondità, evidenziarne spigoli , riempire spessori con un impegno che non abbiamo mai misurato e che per fortuna non ci siamo negati.

Così, proporre un’attività di lettering ai ragazzi di nove e dieci anni mi è sembrato un po’ come entrare nel loro territorio, proporre una cosa in cui potevano essere loro miei maestri e mi avrebbero insegnato. Io avevo letto e corretto i loro quaderni per i cinque anni delle elementari, avevo visto le loro scritture cambiare, dal bel corsivo grande tondo e fluido, che abbiamo sempre curato, a una grafia sempre più minuta, a volte elegante a volte contratta, sempre più personale, sempre più corrispondente ai modi, ai pensieri, alla condivisione o alla ribellione. A un certo punto dell’anno, quindi, ho pensato che i tempi fossero maturi.

Esercizi di grafismo, classe seconda
Esercizi di grafismo, classe seconda

Quando ho proposto l’attività ai ragazzi ormai in quinta, qualcuno ha detto: “Maestra, finiamo come abbiamo iniziato, con la scrittura”. Era vero, le attività sul segno, funzionali alla scrittura e non, ci avevano accompagnati per tutti gli anni, fin dalla scoperta dei materiali traccianti e della loro potenzialità espressiva abbinata ai diversi tipi di gesto e segno grafico. Impronte, tracce, inclinazione, orientamento, pressione, infinite variabili hanno accompagnato la nostra sperimentazione dal segno al disegno, alla scrittura. Quante storie differenti può raccontare in questo modo lo stesso segno! E quante storie può raccontare un carattere, una lettera se la si libera dalla sua funzione e ci si concentra solo sul suo disegno.

 Lettere disegnate classe prima
Lettere disegnate classe prima

Il foglio è grande, formato A3, i bambini scelgono uno dei materiali traccianti che hanno nell’astuccio. Si parte da una lettera, si possono usare tutti i caratteri, stampato maiuscolo, minuscolo e corsivo. Le lettere si possono toccare in uno o più punti, possono condividere dei segmenti, oppure restare separate, ma in qualche modo si chiamano le une con le altre, dove una lascia un vuoto l’altra lo occupa. Si alternano grandi e piccole, curve e spezzate, cerchi e gambe, si rinforza il segno, si ispessisce… Mi piace guardare i movimenti sicuri con cui i bambini conducono il proprio lavoro, la padronanza e il gusto che rivelano, l’equilibrio con cui riempiono armoniosamente lo spazio, a onde, a grappoli, a settori. Fino alla fine nessuno pensa alle parole, sono solo segni, il disegno del suono, che però in quel momento non conta. Poi un guizzo, verso la fine, qualcuno cerca le lettere da scrivere pensando al proprio nome, a quello di un amico, persino a quello della maestra.

Ma è solo un gioco in più, senza volontà di comunicare significati. Quello magari

Gioco di composizione con le lettere, classe quinta
Gioco di composizione con le lettere, classe quinta

potrà accadere in un altro momento, lo potremmo sperimentare un’altra volta, nel prossimo gioco. Perché si fa sempre così: quello che si fa prima fa nascere ciò che viene dopo. Senza il lavoro precedente la proposta non sarebbe stata affrontata allo stesso modo e non si potrebbe andare avanti a cercarne di nuove, magari con varianti più impegnative. Senza un percorso motivante e supportante non c’è la competenza che permette a un ragazzo di riconoscersi nel segno che traccia e a cui tende. E senza fiducia nelle proprie capacità non c’è quell’impegno, la cui mancanza spesso noi adulti gli rimproveriamo, quel tempo lungo, lento e piacevole, di cura e dedizione.

Enrica Buccarella, maestra di scuola primaria