Spunti, riflessioni ed esperienze di lettura in classe: dallo sconforto all’entusiasmo e alla sperimentazione. Loredana Pippione, insegnante, racconta come ha sfatato, nella sua scuola, l’opinione, fin troppo diffusa, che … “i ragazzi non leggono”. Quattro le fasi, come quattro pilastri: e se le fondamenta son solide, si sa, la costruzione regge. Il primo pilastro: l’insegnante si mette in gioco.

In più di un’occasione, nel corso degli anni, ho avuto modo di confrontarmi con alcuni colleghi su quale fosse il metodo più efficace per invogliare gli studenti alla lettura. Molte di quelle conversazioni mi hanno portato ad un profondo scoramento: la rassegnazione nella voce dei miei interlocutori, la mancanza di fantasia nell’ipotizzare strategie differenti da quelle sempre usate e quel pizzico di pregiudizio nei confronti degli ragazzi erano le caratteristiche più comuni. Ultimamente, invece, ho trovato un gruppetto d’insegnanti temerarie con cui ho cercato una via, convinta, insieme alle mie compagne di avventura, che non fosse vero che i ragazzi non leggono, piuttosto, che non avessero ancora trovato la storia giusta o la persona adatta che la proponesse loro.

Eravamo tutte sufficientemente aggiornate riguardo alla letteratura giovanile e consapevoli che, nella “selva” dell’editoria per ragazzi, esistessero pubblicazioni estremamente interessanti e valide scritte da autori capaci e attenti sia alla costruzione narrativa che alla scelta di una lingua efficace. E’ stato così, che inconsapevolmente siamo state coinvolte in una ricerca collettiva di racconti, romanzi, di recensioni e di riviste specialistiche e man mano che lo studio procedeva sono cominciate a spuntare le prime possibili iniziative.

Credo, senza ombra di smentita, che la prima vera promozione alla lettura l’abbiamo fatta fra noi e questo comune aggiornamento ci ha reso maggiormente unite e più vicine alle richieste degli alunni, perché, quando uno di questi ci avesse chiesto un libro così e così, avremmo risposto:

“ne ho appena finito di leggere uno che è molto simile a ciò che desideri. Vuoi provare?”

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