Prosegue la nostra serie di interviste a Didacta, stavolta parliamo con Lisa Lanzarini di robotica educativa e inclusione

Ancora a Didacta, ancora interviste, stavolta siamo con Lisa Lanzarini, responsabile di CampuStore Academy, progetto di formazione per gli insegnanti dedicato alla robotica educativa, FabLab e tecnologie didattiche innovative.

– Ciao Lisa, CampuStore si è sempre occupato di innovazione per le scuole italiane, quali sono, secondo lei, le tre tecnologie che avranno più possibilità di essere adottate nelle scuole? 

Tecnologie di questo tipo devono poter impattare il mondo dell’istruzione a 360 gradi, quindi parliamo di tutti i livelli di scuola. Con questa premessa allora la prima non può che essere la robotica educativa, poi metterei al secondo posto tutto il mondo dei FabLab, ovvero l’artigianato digitale, quindi per esempio la stampa 3d; infine i monitor interattivi e tutto ciò che consente una partecipazione collaborativa tra studenti e insegnanti che porti a una didattica non più frontale ma partecipata.

robotica

– Che tipo di risposta avete avuto dalla scuola fino a ora?

Diciamo che fino a un paio di anni fa era difficile in Italia trovare questo tipo di tecnologia. Il Piano Nazionale Scuola Digitale ha contribuito tantissimo non solo a dare dei fondi per poter acquistare questi strumenti ma anche a sensibilizzare sull’argomento attraverso promozione e formazione su queste buone pratiche. Adesso l’impatto sta diventando pervasivo soprattutto per quanto riguarda la robotica educativa. Infatti troviamo esperienze persino in piccole scuole di montagna che magari hanno poche classi. Insomma si inizia a fare qualcosa. Va tenuto conto che fino a qualche anno fa le soluzioni erano limitate, oggi invece abbiamo un’innovazione che accompagna i ragazzi dai 3 anni fino all’università senza interruzione. La tecnologia attuale lo rende possibile e le scuole rispondono bene.

– Fra le tecnologie che abbiamo citato qual’è quella su cui puntate maggiormente e che sarà più importante nel processo educativo? 

Noi crediamo tantissimo nella robotica educativa, siamo stati la prima azienda in Italia a portare un robot educativo nella scuola quasi 20 anni fa e oggi abbiamo la più ampia selezione sul mercato. Riusciamo a coprire dalla scuola d’infanzia alle medie e superiori, fino all’università. Abbiamo soluzioni per tutti. La cosa che ci piace della robotica educativa non è solo l’innovazione ma il fatto che arrivi a includere tutti nella classe. Per noi è questa la cosa fondamentale. trovare soluzioni che permettano a ogni studente di essere incluso nel gruppo classe e di perseguire nel modo migliore il suo percorso e la sua vita in modo da diventare un domani il miglior adulto possibile. L’idea è di creare una scuola veramente inclusiva che non si limiti solo ai più bravi, ma che raggiunga tutti quelli che rischiano di rimanere indietro con un percorso scolastico tradizionale. Crediamo invece che con un percorso aiutato dalla robotica, disciplina molto completa, possano riuscire a sentirsi maggiormente parte del processo educativo.

– A chi si rivolge principalmente questa tecnologia? Alla scuola come istituzione, agli insegnanti o agli studenti?

Il nostro focus sono sempre gli studenti. È importante chiederci di cosa hanno bisogno, ma di conseguenza viene da sé che dare i giusti strumenti agli insegnanti per raggiungerli è altrettanto fondamentale. Curiamo la creazione di contenuti e lezioni, prodotti educativi che arrivano pronti da utilizzare. Vogliamo evitare di fornire  qualcosa di avanzato ma che solo un esperto di elettronica sa usare. Diamo una tecnologia “commestibile” per chi si occupa di didattica.

– Qual’è il super potere di questa tecnologia?

Non c’è dubbio, è l’inclusione. Di tutti gli aspetti che affrontiamo è quello più importante anche nel senso di inclusione di genere, perché spesso nelle fasce fragili le ragazze tendono a perdere sicurezza in se stesse e finiscono per sentirsi in difetto rispetto ai ragazzi. È un fenomeno che accade tra elementari e superiori dove capita che decidano di abbandonare determinate carriere. Attraverso queste attività ed esempi forti come di donne ingegnere e scienziate di successo, cerchiamo di includere più ragazze possibili. È la nostra missione segreta!